Provincia di Livorno

Catalogo delle ARMI e CIMELI
Raccolta di armi e cimeli del periodo risorgimentale e coloniale conservata nel Museo civico "Giovanni Fattori"


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armi

Il Museo civico "Giovani Fattori" di Livorno conserva una collezione di armi e di cimeli che possono farsi risalire al periodo risorgimentale e alle guerre d'Africa. La maggior parte degli oggetti, attraverso donazioni effettuate da privati o da altri enti pubblici, venne acquisita tra il 1933 e il 1937 e avrebbe dovuto far parte di una sezione specialistica del Museo, quella appunto dedicata al Risorgimento Nazionale. Nel 1938 la costituzione della sezione sembrava ormai prossima ma le vicende di quel periodo e lo scoppio della guerra vanificarono il progetto. Solo gli oggetti appartenuti a Giuseppe Garibaldi furono all'epoca esposti.

Alla fine del periodo bellico molte armi risultarono perdute e quelle sopravvissute furono depositate nei magazzini comunali. Tra il 1979 e il 1980 le armi furono recuperate, fatte oggetto di un intervento conservativo ed esposte, insieme ai cimeli risorgimentali e ad altri documenti d'epoca, in una mostra allestita nei locali di Porta San Marco, l'unica sopravvissuta nella sua interezza tra quelle che si aprivano nella cerchia delle mura lorenesi.

Gli oggetti possono essere suddivisi in quattro gruppi principali:

  1. Armi e cimeli risorgimentali
  2. Armi e cimeli africani
  3. Armi appartenute a Ernesto Rossi
  4. Armi appartenute a Giovanni Fattori
  5. Armi antiche

Armi e cimeli risorgimentali

Si tratta della parte numericamente più consistente della collezione. Comprende 45 armi da fuoco, di cui soltanto due corte, di varia produzione: francese, austriaca, napoletana, belga e inglese. Le armi bianche, circa una ventina, sono per la maggior parte baionette. Vi sono poi parti di uniformi della Guardia Civica e della Guardia Nazionale. Sempre alla Guardia Nazionale appartengono due tamburi con tracolla e mazze e le bandiere, complete di aste, dei quattro battaglioni che a Livorno la costituivano.

Altre parti di uniformi rosse (chepì, camicie e giubbe) appartenevano a membri delle associazioni garibaldine e sono state rinvenute nei loculi della SOCREM (la Società di cremazione operante a Livorno sin dall'Ottocento) alla fine degli anni Settanta.

Completano la raccolta alcuni oggetti appartenuti a Giuseppe Garibaldi, tra cui il poncho indossato da Giuseppe Garibaldi nel ritratto opera di Vittorio Corcos. All'indumento è cucita una busta contenente una dichiarazione autografa di Manlio Garibaldi che ne attesta l'autenticità.

Armi e cimeli africani

TORNA

Gli oggetti sono per lo più donazioni fatte da Galeazzo Ciano e da ufficiali italiani di ritorno dalla guerra d'Etiopia. Si tratta di lance, tief (spade), pugnali, scudi in pelle o in legno, indumenti e altri cimeli.

Particolarmente interessanti sono:

  1. un mantello in velluto porpora riccamente decorato; è stato donato da Costanzo Ciano e, secondo la lettera con la firma autografa di quest'ultimo, trattasi di "manto imperiale abissino già appartenuto all'ex Negus"; l'inventario prebellico lo attribuisce ad un ras;
  2. uno scudo artisticamente decorato appartenuto al deggiac Negussé Chenfié, così come notificato dalla lettera di donazione al Museo firmata anch'essa da Galeazzo Ciano;
  3. una bandiera etiopica di raso a tre colori ornata da un lato con S. Giorgio e il drago, dall'altro con il leone abissino; apparteneva al municipio di Addis Abeba dove fu presa il giorno dell'occupazione italiana; è stata donata al Museo da Clelia Garibaldi che a sua volta l'aveva ricevuta in dono da un ufficiale di ritorno dall'Africa.

Armi appartenute a Ernesto Rossi

TORNA

Si tratta di un pugnale e di una splendida scimitarra, completa di fodero, con manico in avorio.

Armi appartenute a Giovanni Fattori

TORNA

Trattasi di due daghe ottocentesche utilizzate dall'artista come modelli.

Armi antiche

TORNA

Si tratta di due mascoli (rudimentale sistema di chiusura per cannoni a retrocarica) databili secc. XVI/XVII e di una colubrina o pietraia databile tra il XVI e il XVIII secolo.
Vi sono poi alcune palle di cannone in pietra e in ferro di vario calibro.

Le armi e i cimeli sono catalogati utilizzando le schede formato OA del Ministero dei Beni culturali, sotto la supervisione della Soprintendenza ai Beni Artistici Architettonici Ambientali e Storici di Pisa, competente per territorio.

Al momento sono state immesse in rete le schede relative a tutte le armi da fuoco e a parte di quelle bianche.

Mentre prosegue la ricerca d'archivio per ricostruire la loro storia e capire meglio come questi oggetti siano legati alle vicende livornesi, l'implementazione in Internet delle schede è un ulteriore contributo per far conoscere a un pubblico più vasto un piccolo ma importante patrimonio culturale.

Giovanni Laterra

Realizzazione informatica a cura de: Il Palinsesto snc e Nexus srl


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